lunedì 6 aprile 2009

6 aprile 2009 ore 03:32 a.m.


E’ arrivato all’improvviso di notte, traditore. seminando distruzione. Macerie e dolore ovunque: per tutti.
Certo il terremoto in Italia dovremmo aspettarcelo in ogni istante e un pò ovunque, data la conformazione geofisica del nostro territorio.
Tuttavia non siamo preparati: gli edifici non vengono costruiti secondo le norme antisismiche, l’abusivismo ha devastato il territorio e la prevenzione è inesistente. Manca una vera cultura ed educazione riguardo il rispetto ambientale e quindi per noi stessi.
Tragedie di questo tipo non sono prevedibili. Non ci si abitua mai, e qui da noi ogni scossa diventa tragedia. Ma la prevenzione è tutt’altra faccenda.
Il fatto che l’evento catastrofico sia accaduto di notte ha purtroppo fatto molte vittime, perchè la gente è stata colta nel sonno e quindi in casa. E se fosse successo di giorno? Chissà forse ancora peggio: i bambini nelle scuole, le persone al lavoro. E’ difficile dirlo. Molti sono gli interrogativi che questa ennesima tragedia “annunciata” purtroppo solleva e molte le questioni che si aprono in seguito a vicende dolorose come questa a partire dalla ricerca delle “irresponsabilità” di chi doveva controllare, vigilare e mettere in sicurezza preventiva sia gli edifici che le popolazioni. Ma questo non solo in Abruzzo ma su tutto il territorio nazionale. Per questo ci viole tempo ma anche Politiche adeguate. Forse è l’ora di cominciare la vera ricostruzione.
Per adesso: terrore, paura e disagio di ogni tipo. Più la lista delle vittima si allunga più cresce il senso della nostra impotenza. Ma è necessario darsi forza ed affrontare e risolvere tutti i problemi derivanti dal subito dopo.
Quindi decidi di partire come volontario per porgere il tuo aiuto, ma all’arrivo senti anche tu un certo disagio dovuto al fatto che non sai cosa fare. Da dove cominciare. Come comportarsi?
Ci si accorge presto che manca tutto perchè improvvisamente vengono cancellate tutte le cose e i punti di riferimento della vita di ogni giorno. Soprattutto i beni più preziosi: gli affetti, la casa.
Dopo un pò ci accorgiamo anche di come le comodità a cui siamo abituati, in un attimo non ci appartengono più. Diventiamo “profughi”, senza nulla. Solo una tenda e con l’angoscia dei cari ancora dispersi e con la speranza che qualcun’altro possa essere estratto ancora vivo da sotto le macerie. E in aggiunta a tutto questo le persone vengono saccheggiate dalle speculazioni di ogni tipo (la vendita a prezzi sbalorditivi dell’acqua minerale nei primi giorni) e dallo sciacallaggio infame. La speculazione mediatica ha toccato il fondo.
Dopo questi primi istanti c’è solo disperazione. Il sentimento della speranza è un qualcosa che arriverà dopo. A freddo. Per adesso si avverte solo un forte bisogno di abbraccio e di vicinanza. Più tardi voglia di normalità.

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