domenica 11 aprile 2010

NOI DISABILI PRIVATI DEL FUTURO


La denuncia di un gruppo di giovani disabili del CIS - Centro Diurno H della Comunità Capodarco di Roma onlus, che da più di un anno hanno perso il lavoro: "Pulivamo e curavamo la manutenzione del verde di alcune aree pubbliche di Tor Bella Monaca. Purtroppo adesso non se ne occupa più nessuno e il quartiere è ripiombato nel degrado".

venerdì 19 febbraio 2010

Ancora tagli nel sociale

Potremmo indicare questi ultimi anni come quelli in cui si è diffusa “l’epidemia” dei tagli nel sociale.
Sono stati fatti tagli alle terapie per la riabilitazione continuamente, molti facevano terapia 5 volte a settimana, poi gli è stata ridotta a 3 volte, ma c’é il rischio che diminuiscano ancora.
Non è stato riconfermato al Green Group l’incarico di “Manutenzione e pulizia di Piazza G. Castano”.
Negli anni sono stati ridotti sempre più i fondi per i progetti di rilevanza sociale.
Altra novità, la notizia dei tagli al Progetto “Roma per te” che ha dato l’opportunità a tante persone portatrici di handicap di poter visitare i monumenti di Roma.
Vogliamo spiegare alle istituzioni perchè non accettiamo tutti questi tagli, e nel caso specifico del Progetto “Roma per te”, lo spieghiamo in questa lettera:

Lettera aperta

Siamo 36 ragazzi portatori d’handicap che frequentano il CIS – Centro Integrazione Sociale, un Centro Diurno del Servizio Handicap Adulti dell’VIII° Municipio.
Per molto tempo abbiamo avuto il piacere di partecipare alle gite organizzate all’interno del Progetto “Roma per te” dalla Co. In..
Queste gite hanno offerto a noi tutti un momento ricreativo all’interno del quale abbiamo avuto l’opportunità di conoscere nuovi luoghi mai visti, di interesse anche culturale.
Alcuni di noi sono carrozzati, per cui hanno serie difficoltà a muoversi con la famiglia per partecipare alle visite guidate organizzate per il pubblico.
Per noi queste gite rappresentano un momento di svago e divertimento perchè ci permettono di andare in giro in gruppo, condividendo le bellezze della nostra città.
Per queste ragioni noi tutti, insieme agli operatori del Centro, chiediamo alle istituzioni di riapprovare il Progetto “Roma per te”, per continuare ad avere l’opportunità di affrontare i nostri disagi almeno con qualche momento di allegria.

Roma 20 gennaio 2010 Firma
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martedì 9 febbraio 2010

Vogliamo tornare a lavorare

PER DIECI ANNI HANNO PULITO UNA PIAZZA PRIMA DI ESSERE LICENZIATI E SOSTITUITI DA UNA COOPERATIVA CHE NESSUNO HA MAI VISTO
da un'intervista apparsa su "Fiera dell'EST" a cura di Marco Carta
Pulivamo piazza Castano e ora sono relegati in casa perchè non gli viene più permesso “Vogliamo tornare a lavorare”. A fare questo appello non sono disoccupati qualunque, ma i ragazzi diversamente abili del Cis, il centro diurno di via dell’Archeologia. Bruno Scipioni e Alessandra Maisano sono due dei ragazzi che per dieci anni hanno reso piazza Castano un luogo civile e pulito.
La loro storia inizia diversi anni fa, quando la piazza venne riqualificata con i soldi delle cento piazze, due milioni di euro il costo. La manutenzione del verde venne affidata ai ragazzi del Cis che per i primi anni, coadiuvati dagli operatori del centro, se ne occuparono come volontari per poi ottenere l’affidamento dal dipartimento per le periferie. Il contratto per la gestione dello spazio verde veniva rinnovato di anno in anno. Questo fino allo scorso aprile quando il comune ha ringraziato il centro diurno e affidato ad un altro cooperativa sociale di Subiaco “che pero non si è mai vista – puntualizza Bruno – La piazza ora è completamente distrutta perchè da quando non ci siamo più noi non pulisce più nessuno”. Lo scorso 15 settembre i cittadini della zona sono scesi in piazza per manifestare in sostegno dei ragazzi e per denunciare la situazione della piazza. Armati di scopa e ramazza hanno ripulito tutta l’area, che ora a distanza di mesi è tornata un porcile. sembrava che quel giorno, che vide la partecipazione di diversi consiglieri municipali, potesse essere l’inizio di un’apertura da parte delle istituzioni. Invece niente.
I ragazzi sono ancora senza lavoro, e la piazza rimane sporca”. Non ce la facciamo più a stare cosi e a vedere la piazza sporca perchè chi dovrebbe pulirla non lo fa, mentre a noi che lo abbiamo sempre fatto non viene più permesso. Vogliamo tornare a lavorare. Pulire la piazza era una cosa che ci gratificava oltre a darci un’autonomia, non solo economica, che non abbiamo più. guadagnavamo 150 euro al mese, non un grande cifra ma abbastanza per essere più indipendenti e per dare una mano a casa, cosi da pesare meno sulla nostra famiglia. Noi andiamo al Cis stiamo imparando a essere autonomi, facciamo il laboratorio di giardinaggio, ma se non mettiamo in pratica le cose che studiamo, diventa tutto più difficile”.
Come Bruno e Alessandra altri 8 ragazzi sono rimasti a casa. “Per alcuni di loro e stato un trauma –spiega Siriana Madre di Daniele – anche perchè credono che la causa questa situazione sia loro. Pensano che il lavoro gli sia stato tolto perchè hanno lavorato male.
Per loro era tutto, quando lavoravano si sentivano come gli altri”. Ridare questo lavoro ai ragazzi del Cis sarebbe un grande gesto di civiltà da parte delle istituzioni. Si aiuterebbero dei ragazzi a sentirsi meno diversi, ma uguali agli altri, senza contare che quella piazza sarebbe un po più pulita. “La gente del quartiere – concludono Bruno e Alessandra –si era affezionata a noi, ci conosceva. Ora che vedono la piazza sporca quando ci incontrano ci chiedono perchè, alcuni addirittura si arrabbiano pensando che la pulizia spetti ancora a noi”. Vaglielo a spiegare che lo sporco più grande si trova altrove